
Il governo inglese, nel tentativo di legiferare in maniera equa sul tema dell’intelligenza artificiale, ha avviato una lunga serie di consultazioni con le parti in causa. Tra i dossier già consegnati c’è quello di Sony Music, che ha rivelato l’estensione della sua battaglia contro l’utilizzo improprio dell’AI generativa rivelando anche qualche cifra. Ad esempio, riporta il Financial Times, avrebbe svelato che ha già fatto rimuovere dai DSP oltre 75.000 tracce cosiddette sound-alike, ovvero create a immagine e somiglianza di suoi artisti, oppure addirittura deepfake, ovvero che imitano la voce e le caratteristiche uniche di artisti già esistenti, tanto da essere facilmente scambiabili per opere loro.
Sony avrebbe dichiarato che queste pratiche portano “un danno commerciale diretto ai veri artisti” e che la situazione è “in costante accelerazione, sbilanciata e irreversibile, distorcendo il mercato in maniera non equa e non necessaria a favore delle aziende che sviluppano l’AI”. Chiude infine con una domanda che è in effetti la chiave della questione: “Per metterla in altri termini, il governo richiederebbe mai ai proprietari di casa di contrassegnare tutti i loro beni per essere protetti dai furti?”.
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